Valorizzazione beni culturali

Le sfide da lanciare al mercato da parte delle Pubbliche Amministrazioni dovranno puntare alla ricerca di soluzioni innovative per la valorizzazione dei beni culturali (Cultural Heritage) e dunque per la valorizzazione economica e turistica delle aree di rilevanza storica e artistica.

 

Analisi del contesto
Il turismo “mordi e fuggi” (o overtourism) causa ingenti problemi a livello di sostenibilità ambientale, nonché necessita di forti azioni di supporto da parte degli enti amministrativi locali, che devono occuparsi con maggiore attenzione dalle questioni di natura amministrativa, di ordine e pulizia pubblica, di trasporti e di sicurezza di alcune aree a discapito di altre.

 

La gestione delle finanze pubbliche, lo sviluppo economico, la produttività e l’innovazione, dipendenti dai flussi turistici, se estesa verso nuovi itinerari culturali potrebbe migliorare la
valorizzazione economica e sociale dell’intera comunità, consentendo una maggiore partecipazione dell’intera società ai processi di valorizzazione critica e consapevole del
patrimonio, materiale e immateriale di un determinato contesto, nonché un’estensione dei benefici di sviluppo economico e di innovazione anche alle periferie.

 

In questa direzione e in un’ottica di innovazione tecnologica, la strumentazione digitale è in grado di fornire soluzioni
innovative di valorizzazione economica e culturale, promuovendo la fruizione del patrimonio a livello personalizzato, definendo nuovi itinerari supportati dalla fruizione tecnologica, realizzando nuovi posti di lavoro nel campo della fruizione tecnologica dei beni culturali, promuovendo la formazione in ambito digitale degli operatori del settore e, dunque, l’aggiornamento professionale in un’ottica di apprendimento permanente.

 

I modelli di business sociali, come i distretti culturali, favoriscono la crescita delle realtà locali,
incoraggiando processi di sviluppo sostenibili, equi e distribuiti.

 

Le sfide dell’area “Valorizzazione beni culturali” punteranno in particolare ad aumentare la durata media del soggiorno nelle aree a basso flusso turistico; a diversificare i periodi ed estendere l’avvento dei turisti anche in periodi dell’anno considerati di bassa stagionalità (mesi di ottobre, novembre, febbraio e marzo); ad aumentare il livello di occupazione del settore del turismo, soprattutto nei giovani laureati, e aumentare il numero del personale con competenze e conoscenze nel campo digitale e dell’innovazione tecnologica (almeno del 5%); ad aumentare il numero di accordi tra enti pubblici e privati per la realizzazione di specifiche attività di valorizzazione ed educazione del patrimonio artistico e culturale, materiale e immateriale, a lungo periodo e impatto, anche attraverso la formazione del personale del settore; a definire politiche di gestione del turismo assieme al settore privato che siano in linea con le indicazioni europee e internazionali circa lo sviluppo sostenibile (vd. UNWTO); a intraprendere azioni specifiche di e-marketing e e-tourism per diversificare l’offerta turistica; a creare nuovi itinerari e attrazioni turistiche grazie al supporto dell’innovazione tecnologica da intendersi in un’ottica di esperienza critica.

 

1) Sviluppo delle comunità del territorio attraverso la valorizzazione dei beni culturali

 

L’ Italia è uno dei Paesi con la più elevata presenza di beni storico culturali del mondo. Molti di questi sono concentrati in alcune metropoli e aree del territorio dove sono presenti servizi e itinerari standard volti alla loro valorizzazione e alla comoda e completa fruizione per i turisti.

 

Le aree limitrofe a questi grandi centri nella maggioranza dei casi hanno a disposizione anch’esse un grande patrimonio artistico e culturale che potrebbe rappresentare un’enorme risorsa socioeconomica e quindi un’opportunità di crescita e valorizzazione per la comunità territoriale. Tuttavia, tali aree risentono del fenomeno dell’overtourism dovuto ai grandi flussi turistici che interessano principalmente le grandi città e le principali aree culturali del Paese riconosciute a livello mondiale.

 

Le soluzioni innovative ricercate da questa sfida dovrebbero, dunque, contribuire alla creazione di un ecosistema turistico in grado di intercettare i grandi flussi turistici e di integrarsi al meglio con la geografia dei territori per favorire la crescita socioeconomica di quest’ultimi tramite la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale presente.

 

Tali soluzioni potrebbero essere utilizzate da istituzioni (ad esempio i Musei), ma anche associazioni culturali, associazioni di commercianti, comunità religiose, iniziative imprenditoriali sul modello delle DMO ES.CO (Destination management Organization) e delle DMC (Destination Management Company) e in generale da chiunque abbia a cuore la valorizzazione dei beni culturali della comunità.

 

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